C’è anche il nome di Massimo Curci, noto commercialista di Carapelle, già in cella per altri reati, nell’ordinanza del gip di Firenze che ha concesso gli arresti domiciliari a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier, Matteo Renzi. Sarebbe molto lunga, secondo l’accusa, la lista di operazioni inesistenti o gonfiate: 65 in sei anni. “Al centro del sistema la Marmodiv – scrive ilfattoquotidiano.it -, intorno società con titolari spesso stranieri e sconosciuti all’anagrafe del loro Comune. Secondo l’accusa, è il modus operandi dei Renzi, ritenuti amministratori di fatto della coop così come della precedente Delivery Service, di cui alcuni dei soci non conoscevano neppure il nome”.
Quando i finanzieri hanno cercato le sedi delle società a Cesano Maderno hanno trovato una casa, a Carapelle, definita “un mero recapito”. Dei titolari, spesso stranieri, uno non sapeva nemmeno di esserlo: si è poi scoperto che non era lui a mentire, ma la ditta a essere un fake. Altri risultavano sconosciuti all’anagrafe del Comune in cui, in teoria, svolgevano la propria attività imprenditoriale.
Stando a ilfattoquotidiano.it, i “campioni” di fatture per operazioni ritenute inesistenti erano le due cooperative foggiane, la Quick e la Link di Carapelle. Intermediario dal 2013 al 2016 risulta essere proprio Massimo Curci che, scrive il gip, “aveva numerosi precedenti penali per reati tributari e societari. Le due coop emettevano fatture in favore della Marmodiv rispettivamente per 42.443 euro e per 34.191 euro. Quando la Guardia di Finanza di Foggia ha effettuato un sopralluogo nella sede dichiarata delle società, non trovò nulla, se non “un mero recapito”.
