Sarebbe pronta la richiesta dei commissari prefettizi del Comune di Foggia, capitanati da Marilisa Magno, di un’ulteriore proroga di 6 mesi del lavoro di bonifica dell’ente sciolto per mafia nell’agosto del 2021.
Si va dunque verso un tempo massimo di 24 mesi (18 più 6) che porterebbe la comunità al voto nell’autunno del 2023, nella finestra temporale tra novembre e dicembre.
In tanti, soprattutto nel centrosinistra, davano la notizia scontata dal momento che si tratta di un comune capoluogo. Ma d’altronde anche i precedenti in Capitanata erano andati in questa direzione.
Non è però d’accordo l’ex consigliere comunale Giuseppe Mainiero, prima grande oppositore del sindaco Landella, ora molto critico con la gestione commissariale.
Ecco cosa scrive in una lunga nota.
“La notizia della richiesta di proroga non deve meravigliare. Quando gli capita un’altra occasione di “gestire” un Comune capoluogo senza dar conto ad alcuno. Nomine di amministratori che stanno decidendo il destino delle nostre società partecipate (e del loro patrimonio), penso ad Amgas spa che detiene la rete di distribuzione da “mettere sul mercato”, vale 50 milioni di euro! Penso al contratto definitivo con Amiu spa dove ballano oltre 20 milioni di euro l’anno; Ataf circa 15 milioni l’anno!
La nomina dei 10 sovraordinati che costano ai contribuenti circa mezzo milione di euro all’anno, ad oggi soldi gettati letteralmente nella spazzatura, nessuno dei sovraordinati nominati dalla Commissione straordinaria ha da insegnare nulla, semplicemente non “toccano palla” al Comune di Foggia.
Poi stanno rastrellando le graduatorie degli altri enti allocando risorse umane che incassata l’assunzione, appena possibile si trasferiranno nelle loro Città.
Insomma Foggia è diventata una “cavia” perfetta.
Del resto una certa “narrazione” vuole che Foggia sia la “cupola” della Mafia nel mondo, e non di quattro violenti straccioni dediti allo spaccio, all’usura ed al racket che nulla ha a che fare con il tema dello “scioglimento” di un Consiglio Comunale.
Materia da DIA che sta portando avanti più che egregiamente.
Magari si fossero perseguiti i “reati dei colletti bianchi” con la stessa incisività della Dia.
Lo scioglimento del Comune di Foggia è stato dettato da esigenze politiche utili a nascondere l’inerzia degli ultimi vent’anni di quella che oggi chiamano la “squadra Stato”.
Il Comune di Foggia aveva, ed ha, problemi di permeabilità rispetto alla corruzione e collusione, (anche della macchina amministrativa) favorita da “determinato” personale politico e determinato mondo dell’economia, che più correttamente andrebbe definito dei “prenditori”, da non confondere con gli imprenditori.
L’imprenditore è colui che si assume il rischio, ma non la galera, ma solo quello d’Impresa, quello che i “prenditori” eludono ed aggirano attraverso un sistema di “stabili relazioni” che a Foggia durano “industurbate” da oltre vent’anni, in assoluta continuità tra destra e sinistra che hanno fatto finta di alternarsi.
Il “sistema” ha sempre garantito entrambi.
La degenerazione del centrodestra degli ultimi 7 anni ha fatto saltare il banco.
Landella, Longo e Iaccarrino e i personagetti (tutti) che ruotavano attorno erano una miscela troppo esplosiva, che non poteva non esplodere.
Leggere le intercettazioni fa venire i brividi, un sindaco (ex per fortuna) che incontra nei box gli impresari, consiglieri che contano i soldi delle mazzette in macchina, ecc. ecc. hanno rappresentato il punto più basso anche per la nostra Città, che non ha retto!
Oggi il tema è la proroga chiesta dai commissari, che vale poco, ma ha un significato importante.
La chiedono per trovare una qualche ragione per giustificare l’inutile e dannoso scioglimento per mafia del Comune di Foggia!
Lo hanno fatto presto perché il ministro Lamorgese (per fortuna dell’Italia) terminerà il suo mandato.
Cambia poco, se vogliamo essere sinceri, ormai la città è assuefatta dal degrado, e sei mesi avanti o dietro sul piano della sostanza cambia poco.
Ma il tema è politico!
Devono trovare una qualche giustificazione, ad oggi non hanno bonificato nulla, ma la proroga oggi si tradurrebbe solo in un inutile accanimento terapeutico.
Se la politica foggiana oggi riuscisse a ricostruirsi un minimo di autorevolezza dovrebbe sbarrare la strada a questa inutile e dannosa ipotesi.
Inutili le ipocrisie, la valutazione è politica!
Foggia deve ritrovare il desiderio, la forza, l’entusiasmo di cambiare!
Votare a giugno 2023 (non a novembre) consentirebbe a luglio di poter operare con il “riequilibrio di bilancio”, intervenire sul “Dup” (documento unico di programmazione) che contiene il piano triennale dei lavori pubblici e tentare di “toccare palla” sui finanziamenti del Pnrr.
La Rinascita di Foggia può dipendere solo da noi, non esistono scorciatoie! (In foto, i commissari Sebastiano Giangrande, Marilisa Magno e Rachele Grandolfo)
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