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Home » “No concorsi? Si condanna il Comune di Foggia alla precarietà”. Mainiero contro le scelte dei commissari

“No concorsi? Si condanna il Comune di Foggia alla precarietà”. Mainiero contro le scelte dei commissari

Di Redazione
24 Ottobre 2022
in Amministrativa
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ciao ciao: "" -

Una lunga disamina sulla scelta più che politica da parte dei commissari straordinari del Comune di Foggia sciolto per mafia di non indire concorsi pubblici arriva dall’ex eletto Giuseppe Mainiero, da sempre attento alle dinamiche amministrative e assai critico con la commissaria Marilisa Magno.

In una nota articolata il professionista, ex meloniano, eletto al Comune proprio con i Fratelli d’Italia, partito che ha poi lasciato quando non fu accolta la sua scelta di abbandonare la maggioranza Landella, evidenzia la sua opinione sulle decisioni che determineranno il funzionamento della macchina amministrativa foggiana nei prossimi anni.

Ecco cosa scrive Mainiero.

Errare è umano, perseverare è diabolico. Ancora una volta i Commissari si superano in materia di “reclutamento del personale”.
Dopo le polemiche sulla scelta di non “celebrare concorsi” per la loro decisione scriteriata di attingere dalle graduatorie degli idonei di altri Enti per assumere i dipendenti di cui il Comune ha bisogno per rimpinguare la sua pianta organica, corsero ai ripari, almeno così si sperava.
Fu celebrata in pompa magna dalla Magno l’adesione del Comune di Foggia all’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, con l’intento, evidentemente solo dichiarato, di procedere così almeno ad una “parvenza di selezione” in materia di reclutamento del personale mediante scorrimento delle graduatorie di altri enti. Non proprio il massimo ma almeno una cosa po’ più seria della “pesca” indiscriminata di “idonei non vincitori” nelle graduatorie dei Comuni più disparati praticata fino ad oggi.
Peccato che questo impegno sia rimasto solo una buona intenzione, sbandierata forse solo per cercare di fermare le proteste. In realtà i Commissari continuano ad operare esattamente come prima, attingendo dalle graduatorie di altri Comuni. Il risultato di queste scelte ricadrà chiaramente sulla pelle dei cittadini foggiani, che vedono privata la propria Città di concorsi pubblici con prove trasparenti tese a selezionare i migliori profili per le proprie esigenze, e magari dare l’opportunità ai propri giovani di lavorare nella loro Città, che vede ogni anno aumentare l’emigrazione giovanile.
Ho criticato aspramente questa decisione che continuo a considerare senza senso e penalizzante per la Città e per il funzionamento dei Servizi comunali, pur riconoscendo la sua legittimità formale.
Ma stavolta siamo al più sfacciato “gioco delle tre carte”, perché i Commissari dopo le polemiche legate alla scelta di non bandire concorsi pubblici continuano a perseverare su questa strada tortuosa.
Così si condanna il Comune di Foggia alla “precarietà” senza fare un solo passo in avanti, perché è evidente che non basta possedere i requisiti di idoneità per il profilo richiesto per avere anche la giusta
e necessaria esperienza in un Ente complicato -e sciolto per infiltrazioni mafiose- come il Comune Capoluogo. Un “profilo C” idoneo (quindi, ricordiamolo, non vincitore di concorso) nel Comune di
Peschici, giusto per fare un esempio dell’ultima graduatoria “pescata” , è probabile che abbia partecipato ad una selezione con prove parametrate alla “complessità” organizzativa ed amministrativa di quello specifico Comune.
L’ufficio tecnico di una Città capoluoguo, per fare un esempio, o un ufficio finanziario, è diverso da quello di un Comune con meno di 20 mila abitanti, per complessità organizzativa e di procedimento.
In questo modo praticamente a Foggia arriva chi non è riuscito neanche a vincere il concorso nel Comune in cui ha partecipato e che è spesso sprovvisto dell’esperienza necessaria. Tra l’altro il nuovo assunto dopo essere stato “formato”, come succede nove volte su dieci in questi casi, appena avrà la possibilità farà fagotto e se ne tornerà a nel suo Comune, lasciando di nuovo vuoto il posto che aveva occupato solo per garantirsi l’assunzione a tempo indeterminato. Cosa accadrà, ad esempio,
per le assistenti sociali reclutate da Taranto, invece di stabilizzare le 7 assistenti sociali che lavorano al Comune di Foggia da più di 3 anni?
Come nel gioco dell’oca si tornerà al punto di partenza e si dovrà trovare un nuovo profilo da assumere che poi bisognerà formare, cosa che non avviene in un paio di settimane in una realtà come Foggia.
La Città non ha tempo da perdere e il Comune non può permettersi questo giochino che danneggia la qualità di servizi che l’amministrazione Landella ha già reso pessimi. I commissari andranno via, il più presto possibile si auspica, ma le criticità amministrative resteranno.
Senza voler tralasciare quello che sta accadendo in tema di spesa, dove il costo degli assistenti sociali viene addirittura messo a carico delle casse comunali e non delle risorse rinvenienti dai PON come accade negli altri Comuni pugliesi. Insomma al danno la beffa! E che dire della modalità di selezione del dirigente per i Servizi sociali, un bando i cui requisiti specialistici ne escludono l’impiego
in altro Servizio? Siamo alla fiera del dilettantismo. In pratica questo dirigente non potrà mai essere impiegato – con competenza -in altro servizio.
Scusate, ma davvero c’è ancora gente, soprattutto nei partiti e nella politica, disposta a credere che questi Commissari debbano restare un solo giorno più del dovuto? Sperando così di guadagnare qualche mese per rimuovere la memoria dei danni prodotti da chi si è avvicendato negli ultimi vent’anni al governo della nostra Città?
Per favore, qualcuno a Roma faccia tornare i Foggiani al voto prima che sia troppo tardi. A certa politica conviene attendere, la Città non può più farlo. (In foto, Magno e Mainiero)

Tags: comune di foggiaconcorsiGiuseppe Mainiero
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